Endocrinopatia

Oltre ai disturbi della crescita, la CELIACHIA O GLUTEN SENSITIVITY si può associare a numerose endocrinopatie di tipo autoimmune: la coesistenza di questi quadri patologici sembra essere riferibile, sulla base di una predisposizione genetica, ad una attivazione da parte della gliadina o della transglutaminasi tissutale delle T-cellule, le quali risultano cross-reattive nei confronti di svariati autoantigeni, tra cui quelli di alcuni tessuti endocrini.
Tra le malattie endocrine che posso associarsi alla CELIACHIA si annoverano:

  1. Diabete mellito tipo 1. Generalmente il diabete precede la diagnosi diceliachia , anche se il ritardo con cui quest’ultima spesso viene posta rende talora difficile stabilire il reale ordine con cui compaiono le due malattie. In ogni caso i sintomi gastrointestinali sono frequentemente sfumati, se non addirittura assenti; anche i segni di grave malassorbimento sono rari, mentre risulta di comune riscontro ai tests laboratoristici il deficit di ferro e/o acido folico, con o senza anemia. Per quanto riguarda gli aspetti terapeutici è utile sottolineare l’importanza di un approccio integrato ai 2 quadri clinici: la dieta senza glutine pare infatti migliorare il controllo metabolico del diabete nel senso di una riduzione del numero di episodi di ipoglicemia severa e di una riduzione dei livelli di HbA1c. Sembra inoltre che la celiachia non trattata possa maggiormente predisporre allo sviluppo della neuropatia diabetica.
  2. Tireopatie autoimmuni: la frequenza con cui i quadri di ipotiroidismo (malattia di Hashimoto) o di ipertiroidismo (morbo di Basedow) si associano alla celiachia è estremamente variabile, essendo stati riportati valori compresi tra lo 0.2% ed il 16%. Queste percentuali si innalzano notevolmente quando vengono presi in considerazione anche le tireopatie autoimmuni normofunzionanti ed i casi di ipo- e iper-tiroidismo subclinico. In modo analogo, è infatti dimostrato che la prevalenza di malattia tiroidea autoimmune nella celiachia è in relazione alla durata di esposizione al glutine, con percentuali maggiori nei pazienti con diagnosi tardiva. La dieta senza glutine sembra essere in grado di influenzare positivamente il decorso della tireopatia: in qualche caso si osserva infatti la regressione completa dell’ipotiroidismo subclinico, meno frequentemente quella di un ipotiroidismo franco, nel quale però è spesso possibile ridurre la posologia della terapia sostitutiva con l-tiroxina.
  3. Morbo di Addison (MA): la possibile associazione tra l’insufficienza surrenalica primitiva di origine autoimmune, da sola o nell’ambito delle poliendocrinopatie autoimmuni e la celiachia sembra avere una notevole importanza da un punto di vista terapeutico, in quanto le alterazioni della mucosa intestinale proprie della celiachia possono indurre un’alterazione della farmacocinetica degli steroidi, e di conseguenza determinare un approccio terapeutico non ottimale alla surrenopatia. Poiché numerosi dei sintomi propri del MORBO DI ADDISON sono simili a quelli osservati nella CELIACHIA (disturbi gastrointestinali, astenia, riduzione della densità minerale ossea, anemia e disturbi mestruali), quest’ultima può rimanere spesso misconosciuta: per tale motivo è stato raccomandato di inserire la determinazione degli EMA e ATG nello screening per l’autoimmunità eseguito di routine nei pazienti con MORBO DI ADDISON.
  4. Disturbi della funzione riproduttiva: nel sesso femminile la CELIACHIA non trattata si accompagna spesso a ritardo puberale, oltrechè a menopausa precoce. Anche l’incidenza di aborto spontaneo e di complicanze gravidiche è particolarmente elevata, probabilmente a causa del ridotto assorbimento di ferro, acido folico e zinco, nonché per l’intervento dei meccanismi dell’autoimmunità.
    Nel maschio sembra essere presente una condizione di androgeno-resistenza, associata ad una disfunzione ipotalamo-ipofisaria, per cui sono stati rilevati elevati livelli di FSH, LH, testosterone e testosterone libero, con ridotte concentrazioni di diidrotestosterone. In entrambi i sessi è stato recentemente dimostrato un incremento dei livelli della prolattina, la quale potrebbe assumere un ruolo patogenetico importante nel determinismo dell’infertilità della CELIACHIA, sia per la sua nota azione inibitoria a livello dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, che per la sua funzione modulatoria sul sistema immunitario.