Ipertensione demenza

Saranno necessari ulteriori studi per comprendere meglio come i cambiamenti della sostanza bianca peri-ventricolare inneschino il declino cognitivo» concludono gli autori.
SEMPLICE IL MECCANISMO !!!!!!!!!!!

Chi ha ipertensione ha infezione batterica nel sangue cioè infiammazione, l’infiammazione comporta alterazione dei fattori della coagulazione con microtrombi.
I batteri danneggiano la parete dei vasi arteriosi e causano insufficienza renale (nefrite) con ritenzione idrica e ipertensione coinvolgendo il cuore e l’endocardio: i sintomi possono manifestarsi con ansia e cefalea. Uno stato di ansia che spesso le pazienti mi riferiscono, apparentemente anche senza causa apparente e non certo imputabile a stress lavorativi o problemi familiari!
la terapia ? Digiuno! UNA PURGA !!! eliminare cibi salati e cibi con glutine e ad alto indice glicemico che causano disbiosi intestinale, ipofunzione tiroidea, diabete nascosto Se non si rimedia occorre un antibiotico per far riprendere la funzionalità dei reni e non permettere ai batteri di distruggere il proprio corpo!!!
Quando ci si dimenticano le parole o si è in stato confusionale raccomando alle mie pazienti il digiuno !! FUNZIONA !! VERIFICATE!!

I pazienti con ipertensione che presentano anche iperintensità della sostanza bianca peri-ventricolare in progressione mostrano segni di compromissione cognitiva nonostante l’assunzione di farmaci per abbassare la pressione sanguigna, secondo una ricerca pubblicata su Hypertension. «L’ipertensione arteriosa è stata collegata a un aumentato rischio di demenza, ma non è chiaro quali tipi di cambiamenti negativi a livello cerebrale possano influire sulla funzione cognitiva. Trovare nuovi modi per individuare lievi tipi di compromissione cognitiva può aiutare a determinare chi è a rischio per la demenza quando ancora si trova in uno stadio iniziale» spiega Joan Jiménez Balado, dell’Institut de Recerca Hospital Vall d’Hebron a Barcellona, in Spagna, primo nome dello studio.

Per approfondire l’argomento, i ricercatori hanno esaminato 345 uomini e donne con un’età media di 65 anni che soffrivano di ipertensione. I pazienti sono stati sottoposti a scansioni di imaging cerebrale, valutazione delle aree di funzione cognitiva tra cui esecuzione, memoria e attenzione, e sono stati poi seguiti per circa quattro anni. Per capire cosa si stesse verificando a livello cerebrale, i ricercatori hanno esaminato la sostanza bianca peri-ventricolare, situata nella parte centrale del cervello, che svolge un ruolo importante nella funzione cognitiva, per evidenziare eventuali lesioni o anomalie potenzialmente indicative di deterioramento cognitivo. Durante lo studio, il 9% dei pazienti ha sviluppato un lieve deterioramento cognitivo, e i ricercatori hanno scoperto che gli individui che presentavano una progressione delle anomalie della sostanza bianca peri-ventricolare hanno mostrato un rischio aumentato di sei volte di declino cognitivo lieve. In particolare, la progressione delle anomalie della sostanza bianca peri-ventricolare si è mostrata allineata con il declino cognitivo nella funzione globale ed esecutiva, mentre il sanguinamento di piccoli vasi nel cervello è risultato correlato a un declino dell’attenzione. «Saranno necessari ulteriori studi per comprendere meglio come i cambiamenti della sostanza bianca peri-ventricolare inneschino il declino cognitivo» concludono gli autori.