Malattie infiammatorie e tumorali cutanee, dall’alimentazione un supporto al percorso di cura 

TAGS: IMMUNONCOLOGIAIMMUNO-ONCOLOGIALINFOMA CUTANEO

Malattie infiammatorie e tumorali cutanee, dall'alimentazione un supporto al percorso di cura

ARTICOLI CORRELATI

separatore

separatore

14-07-2020 | Immuno-oncologia, nuove prospettive di cura per tumori e malattie del sangue I tumori della pelle sono tra le patologie oncologiche più diffuse, causa di decine di migliaia di interventi chirurgici e decessi ogni anno e con incidenza in continua crescita. Oltre al melanoma, nel 2018 i dati Airtum hanno stimato 83.000 tumori cutanei maligni non-melanoma. Tra questi, il carcinoma spinocellulare (Cscc) che conta da solo circa 19.000 casi in Italia. La ricerca ha reso disponibili opzioni terapeutiche, come l’immunoterapia, capaci di contrastare alcuni tipi di tumore, ma anche lo stile di vita adottato gioca un ruolo importante: una corretta alimentazione, per esempio, incide sia sulle condizioni di salute generale del paziente che sulla capacità di risposta ad alcune terapie. È stato questo il tema dell’incontro virtuale che si è svolto per presentare la tappa in Emilia-Romagna del progetto “Immunoterapia e nutrizione”. 

Varata in Campania lo scorso ottobre, l’iniziativa nasce dai lavori del board scientifico composto da Ignazio Stanganelli, presidente Imi (Intergruppo melanoma italiano), direttore della Skin cancer unit presso l’Irccs Irst Istituto tumori Romagna e docente all’Università di Parma, da Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia oncologica e Terapie innovative presso l’Istituto nazionale tumori Irccs Fondazione “G. Pascale” di Napoli e da Gabriella Fabbrocini, direttore Uoc di Dermatologia clinica presso l’Aou Federico II di Napoli. Il progetto, inoltre, ha il patrocinio delle associazioni di pazienti, Aimame (Associazione italiana malati di melanoma e tumori della pelle) e Andea (Associazione nazionale dermatite atopica), Cittadinanzattiva (organizzazione di pazienti e cittadini), oltre a Imi, Fondazione Melanoma onlus e Ior (Istituto oncologico romagnolo), ed è realizzato con il supporto non condizionante di Sanofi Genzyme. 
Nell’ambito del trattamento oncologico dei tumori cutanei avanzati come il melanoma e il carcinoma spinocellulare, recenti studi – citati da Patrizia Serra, coordinatrice del progetto Nutro Irst – evidenziano che le differenze nel microbiota intestinale possono influenzare la risposta all’immunoterapia con farmaci anti-Pd-1. Tra le patologie infiammatorie cutanee, da recenti evidenze è emersa un’alterazione della composizione del microbiota intestinale nei pazienti con dermatite atopica. Anche in questo caso, come sottolineato da Giuseppe Benati, direttore della Geriatria Forlì e responsabile della rete di Dietetica e Nutrizione clinica Ausl Romagna, la dieta potrebbe giocare un ruolo a sé tra i fattori ambientali. Per avere un sistema immunitario forte e garantire la salute del microbiota intestinale è fondamentale uno stile di vita sano che includa anche una dieta equilibrata e varia. Inoltre, un approccio paziente-centrico e multidisciplinare è necessario a coinvolgere il paziente in tutte le fasi e in tutti gli aspetti delle patologie cutanee infiammatorie e tumorali, come sottolinea Ignazio Stanganelli: «il ruolo del dermatologo contribuisce all’identificazione di un percorso diagnostico-terapeutico adeguato che conduca al più presto il paziente presso il Centro di riferimento, assicurando la collaborazione tra il medico di medicina generale, il dermatologo territoriale e il paziente stesso».
«Il valore dell’approccio multidisciplinare, per il paziente con carcinoma a cellule squamose, e per quello con dermatite atopica, risiede soprattutto nella governance dei percorsi che dovrà essere anche garantita all’interno del Centro di riferimento» aggiunge Davide Melandri, direttore Uo Centro Grandi ustionati/Dermatologia Cesena e Forlì e Banca della cute Regione Emilia-Romagna. «La complessità del percorso di prevenzione-diagnosi-cura-ricerca, la necessità di una presa in carico completa e la struttura sanitaria della Regione Emilia-Romagna» sottolineano Maria Teresa Montella, direttore sanitario dell’Irccs Irst, e Mattia Altini, direttore sanitario Ausl Romagna «enfatizzano l’importanza di un modello a rete interdisciplinare e interaziendale che permetta integrazioni, upgrade tecnologico e scientifico così come l’uso efficiente delle risorse disponibili, con il fine ultimo di offrire elevati standard di cura». 

«Anche l’alleanza terapeutica con il paziente è cruciale affinché quest’ultimo si senta coinvolto in un dialogo con il medico e le istituzioni» dichiara Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, membro della Commissione nazionale per l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza. «Questo permette di individuare cure più appropriate, migliorare la qualità della vita, sfruttare al meglio le risorse del Ssn oltre che di integrare non solo le competenze del team multidisciplinare composto da esperti che si occupano della presa in carico del paziente, ma anche i livelli di cura». In conclusione, l’aggiornamento dei percorsi terapeutici, come riconosciuto anche dal ministero della Salute, dovrebbe garantire anche il corretto apporto nutrizionale in relazione alle ben note evidenze di beneficio, oltre all’impiego appropriato dei farmaci innovativi.