HPV MICROBIOTA VAGINALE

la natura è perfetta e certamente la donna è l’unica specie sulla terra che rischia il tumore del collo dell’utero per trasmissione di un virus che insieme ad altri batteri causano il cancro del collo dell’utero. Nessuna specie animale che vive allo stato naturale soffre di questa patologia . In effetti la natura sarebbe atroce e andrebbe contro se stessa se avesse stabilito che un animale a causa di un rapporto sessuale rischia un tumore! Il tumore del collo dell’utero e causato dalla natura nei confronti delle speci che trasgrediscono le regole rigorose per sette della natura. La natura per selezione naturale elimina lo spicce che trasgrediscono alle sue leggi. Ogni animale ha il suo cibo, possibile che l’uomo è l’unica specie sulla terra che può mangiare di tutto?

La discrepanza evolutiva, nota anche come teoria della mancata corrispondenza o trappola evolutiva, è un concetto della biologia evolutiva che si riferisce a tratti evoluti che una volta erano vantaggiosi ma diventavano disadattivi a causa di cambiamenti nell’ambiente.

Molte delle malattie che affrontiamo oggi sono quelle che i biologi evoluzionisti hanno chiamato “malattie da mismatch”: … Malattie che si verificano perché i nostri corpi sono poco o inadeguati adattati agli ambienti in cui ora viviamo. Un esempio potrebbe essere mangiare grandi quantità di zucchero o essere molto inattivi fisicamente porta a problemi come il diabete o malattie cardiache che poi ci fanno ammalare. Quindi le malattie non corrispondenti sono malattie più moderne, nel senso che sono più diffuse, o addirittura nuove o più gravi, perché non viviamo nel modo in cui i nostri corpi si adattano.Una alimentazione non idonea a quella spiccio cui appartiene individuo può comportare alterazione della flora batterica intestinale

Una alimentazione non idonea alla specie cui appartiene l’individuo può comportare alterazione della flora batterica intestinale.

È stato dimostrato infatti che alterazioni del microbiota intestinale possono portare alla disbiosi vaginale, cioè ad alterazioni della componente microbiotica, con una riduzione dei lattobacilli e un aumento dei batteri sia aerobi che anaerobi a cui possono sovrapporsi le infezioni da funghi, batteri patogeni e HPV

Il microbiota vaginale è fondamentale per la salute dell’apparato genitale femminile, per il mantenimento della funzione riproduttiva e per il buon decorso della gravidanza.
Il dismicrobismo o disbiosi vaginale (VD) o microbiota malsano è uno dei fattori dirischio più importanti per le infezioni vaginali gravi, il parto pretermine e le complicanze perinatali.

Un microbiota vaginale caratterizzato da una scarsa presenza di lattobacilli è fortemente associato al rischio di infezione da papillomavirus umano (HPV), una tra le malattie a trasmissione sessuale più comuni al mondo.

Il cancro cervicale è un problema di salute pubblica globale. La complessa interazione di fattori genetici e ambientali è fondamentale per il progresso del cancro cervicale. Prove crescenti suggeriscono che i microbi, il papillomavirus umano (HPV) e il sistema immunitario interagiscono strettamente tra loro per governare l’omeostasi dell’ambiente vaginale e la salute del tratto genitale inferiore delle femmine. Alcuni ceppi microbici vaginali possono svolgere un ruolo protettivo o patogeno nella carcinogenesi della cervice dopo un’infezione persistente da HPV. 

IL RUOLO DEL MICROBIOTA VAGINALE NELL’INFEZIONE DA HPV

Il microbiota vaginale svolge un’importante funzione protettiva dell’apparato genitale femminile attraverso diversi meccanismi. Recenti evidenze supportano l’ipotesi che un’alterazione del microbiota vaginale, caratterizzata da deplezione di Lattobacilli acidofili e proliferazione di altre specie, sia alla base dell’acquisizione dell’infezione da HPV, della sua persistenza e dell’evoluzione neoplastica. 

L’infezione da HPV è ampiamente diffusa nelle donne sessualmente attive (circa nell’80%), fino ai 50 anni di età. Nel 90% dei casi l’infezione tende a risolversi mediante clearance virale spontanea nell’arco di un anno, mentre la persistenza rappresenta un fattore di rischio di evoluzione oncogena. Studi recenti hanno dimostrato che il microbiota vaginale non dominato dai lattobacilli, presenta più del doppio del rischio di contrarre un’infezione da HPV oncogeno, indipendentemente dalla copertura vaccinale e dall’età.

La composizione del microbiota vaginale, in particolare la prevalenza del Lattobacillo acidofilo, è influenzata da diversi fattori:

  • Genetici/di etnia (ad esempio nelle donne caucasiche e asiatiche si osserva una maggiore presenza di Lattobacilli acidofili).
  • Fattori fisiologici: gravidanza, puerperio, menopausa.
  • Ormonali: gli estrogeni incrementano il glicogeno nelle secrezioni vaginali e favoriscono in questo modo la colonizzazione da parte dei Lattobacilli acidofili, che lo utilizzano producendo acido lattico.
  • Abitudini igieniche: l’uso di irrigazioni vaginali si associa più frequentemente a disbiosi e riduzione dei Lattobacilli acidofili.
  • Rapporti sessuali frequenti (gli spermatozoi hanno un pH >di 7).
  • Cicli abbondanti e frequenti (provocano un innalzamento del pH).

Il Lattobacillo acidofilo contribuisce al mantenimento della eubiosi e della funzione di barriera protettiva dell’epitelio cervicale, impedendone l’ingresso dell’HPV nei cheratinociti cervicali e contrastando la persistenza dell’infezione, mediante diversi meccanismi:

  • mantenimento di un pH acido (3.8-4.5)
  • produzione di sostanze antimicrobiche: perossido di idrogeno (H2O2), batteriocine. 
  • modulazione del sistema immunitario locale.

Alcuni studi hanno dimostrato che una condizione di disbiosi, con proliferazione di specie batteriche patogene, come quelle responsabili della vaginosi batterica (es. Gardenella V.), potrebbe favorire il ciclo di replicazione virale, la persistenza dell’infezione da HPV e la trasformazione neoplastica.

La disbiosi si associa inoltre a:

  • riduzione della produzione di muco cervicale, che ha una funzione importante nell’ostacolare l’ingresso dei patogeni.
  • aumento delle citochine pro-infiammatorie, noti fattori implicati nella carcinogenesi.
  • livelli più elevati di stress ossidativo, con produzione eccessiva di ROS, che provocano la rottura della doppia elica del DNA, sia dell’episoma HPV, sia del genoma dell’ospite, favorendo l’integrazione dell’HPV nel genoma dell’ospite.

Alcuni ricercatori suggeriscono che l’HPV stesso potrebbe contribuire al cambiamento della stabilità e della composizione del microbiota vaginale.

Ulteriori studi sulla relazione tra microbiota vaginale e infezione da HPV potrebbero essere utili per comprendere come mantenere l’eubiosi e rendere più efficace la prevenzione e il trattamento delle lesioni HPV-correlate. 

Fonti

  • Cheng L, et al.Vaginal microbiota and human papillomavirus infection among young Swedish women. NPJ Biofilms Microbiomes. 2020; 639; DOI:10.1038/s41598-017-09842-6
  • Di Paola M, et al. Characterization of cervico-vaginal microbiota in women developing persistent high-risk Human Papillomavirus infection. Sci Rep. 2017; 7, 10200
  • Mitra A, et al. The vaginal microbiota, human papillomavirus infection and cervical intraepithelial neoplasia: what do we know and where are we going next? Microbiome. 2016; 4:58
  • Norenhag J, et al. The vaginal microbiota, human papillomavirus and cervical dysplasia: a systematic review and network meta-analysis. BJOG. 2020; 127(2):171-180

a cura di Carlo Maria Stigliano, AOGOI