Iodio

Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia (OSNAMI), il 29% della popolazione mondiale ha una carenza di iodio vanno incentivate le proteine animali della carnedel pesce ( soprattutto crudo) , le uova e le verdure , specialmente i radicchi, le catalogne, finocchi, scarole, cipolle, bi radici amare, ecc Un capitolo a parte riguarda i legumi, che sono “gozzigeni” per via degli anti nutrienti che contengono (leggi fitati) .l’indicazione di massima è quella di “ testarli”, soprattutto per la frequenza nel consumo : qualcuno li può consumare anche quotidianamente, in dosi congrue, qualcuno solo alcune volte alla settimana, qualcuno molto sporadicamente, in tutti i casi ognuno deve sperimentare la propria tolleranza.

.testimonianze diverse raccontano incredibili miglioramenti e in certi casi anche vere eproprie guarigioni, ovvero il ripristino di valori ottimali con questa alimentazione, spartana ma estremamente “sana”.

SALE IODATO?

Abbiamo una crisi di iodio in buona parte a causa della truffa sale iodato. La raccomandazione obsoleta del governo stabilisce che un’adeguata quantità di iodio può essere ottenuta con meno dei 250 mcg presumibilmente contenuti in un mezzo cucchiaino di sale iodato. Ma non hanno mai tenuto conto dell’inquinamento di bromuro che elimina lo iodio.

Non hanno mai considerato che lo iodio “evapora” dai contenitori del sale. O che la forma di iodio nel sale non viene assorbita bene. Il mito che è possibile ottenere abbastanza iodio dal sale iodato è stato smentito dagli scienziati.

Vediamo quindi qual è la quantità giornaliera raccomandata di iodio e gli alimenti che ne contengono di più.e in Italia è affetta da gozzo il 12% della popolazione. Questo è dovuto ad un’alimentazione scorretta, in cui si consumano pochi alimenti contenenti iodio Esistono individui intolleranti al glutine, vegetali e frutti che causano colon irritabile e mal assorbimento di odio anche se lo si assume come integratore.

La tiroide mal sopporta i cibi ricchi di amido, (soprattutto con glutine ), poi tutta la famiglia delle patate, ma anche le patate dolci, non vanno bene così come le castagne , insomma , dove c’è amido la tiroide si ribella.
Come noto esistono gli pseudocereali come l’amaranto e la quinoa che non hanno glutine e un quantitativo di amido minimo, anch’essi però sono da consumarsi con moderazione.

Nemici giurati per la tiroide sono , come detto gli zuccheri, inclusa la frutta che contiene fruttosio , uno degli zuccheri più nocivi per chi ha patologia tiroidea, ma anche il “buon miele” non va affatto bene, così come lo sciroppo d’acero e il succo d’agave,

Fonte: https://www.viversano.net/alimentazione/nutrienti/alimenti-ricchi-di-iodio/

PARERE DEGLI ESPERTI | 26.07.2022Fact checkedScritto da: 
Dott. Tommaso Sacco, Redazione

Di quanto iodio c’è bisogno dalla vita fetale all’adolescenza?

Di quanto iodio c’è bisogno dalla vita fetale all’adolescenza?

PARERE DEGLI ESPERTI | 26.07.2022Fact checkedScritto da: 
Dott. Tommaso Sacco, Redazione

Di quanto iodio c’è bisogno dalla vita fetale all’adolescenza?

Un gruppo di specialisti ha eseguito una revisione della letteratura sui fabbisogni di iodio a partire da quello del feto, per arrivare all’introito necessario nell’adolescente. I risultati hanno indicato che, nonostante i progressi ottenuti dalle campagne di prevenzione realizzate nei Paesi più sviluppati, la carenza di iodio è ancora un problema in gravidanza e negli adolescenti.

Lo iodio è un elemento non metallico presente in tracce nell’organismo umano. In particolare, questo ne contiene 15-20 mg nell’adulto, per lo più concentrati nella tiroide. Lo iodio gioca un ruolo essenziale fin dal concepimento, perché condiziona la produzione degli ormoni della tiroide. L’embrione prima e successivamente il feto non producono questi ormoni autonomamente nella prima parte della gravidanza. Una volta si riteneva che la tiroxina non passasse attraverso la placenta nelle prime settimane di sviluppo dell’embrione, mentre oggi è chiaro che la T4 della madre supplisce alla mancata produzione del figlio e che, quindi, si deve evitare la carenza dello iodio durante la gravidanza. In molti Paesi strategie di politica sanitaria mirate a prevenire tale problema hanno determinato aumenti significativi nell’introito generale di questo elemento nella popolazione, ma restano ampie aree di ulteriore miglioramento. In condizioni normali l’assunzione di iodio avviene con cibi come pesci, crostacei e molluschi, che possono contenerne fino a 400 µg/100 gr di peso, mentre lo iodio dell’atmosfera non ha praticamente effetti nel soddisfare i fabbisogni. Lo iodio è assorbito nell’intestino tenue e viene rapidamente eliminato dai reni. Ciò fa sì che, nonostante venga assorbito per il 92%, entro 72 ore i due terzi dello iodio che entra nell’organismo sono eliminati con le urine e solo un terzo arriva alla tiroide. Conoscendo questi meccanismi, bisogna considerare con attenzione i fattori che possono ridurre l’assorbimento e quelli che amplificano l’eliminazione. L’Autorità Europea della Salute Alimentare (European Food Society Autority: EFSA) ha proposto introiti di iodio per l’età pediatrica che vanno da 70 µg/24 ore per i bambini a 150 µg/24 ore per gli adolescenti. Tale apporto dovrebbe garantire concentrazioni nelle urine ≥ 100 µg/L, che sono associate al minor rischio di gozzo da carenza di iodio nei bambini in età scolare. Nell’articolo si forniscono ulteriori dettagli sia sui cibi che hanno i maggiori contenuti di iodio, sia sui fabbisogni di questo elemento specifici delle diverse età della vita. Si ricorda che in molti Paesi, tra i quali l’Italia, l’introduzione in commercio del sale con aggiunta di iodio ha contribuito in maniera decisiva alla riduzione del rischio di carenza dell’elemento. Si segnala che la diffusione di regimi alimentari particolari, come alcune forme estreme di dieta vegetariana, abbia provocato quadri di carenza di iodio in soggetti di tutte le età. Infine si ricorda che, oltre alla carenza, anche l’eccesso di iodio può rappresentare un problema, ma più raramente, soprattutto in età pediatrica.

Nelle conclusioni gli autori hanno auspicato che in futuro si promuova l’assunzione di cibi ricchi di iodio anche come forma di educazione alimentare per bambini e per adolescenti.

Fonte: Iodine Requirements in Pediatrics: From Fetal Life to Adolescence. Frontiers in Endocrinology 13:929176

Cibi che peggiorano la funzione tiroidea:

1 – Grano e altri cereali come segale, orzo, miglio e avena. Sono ormai molte le evidenze scientifiche del legame tra glutine e disfunzione tiroidea: il glutineè una proteina strutturalmente simile al tessuto tiroideo, così quando il sistema immunitario attacca il glutine può attaccare per mimetismo molecolare la tiroide. A ciò si aggiunga che il 50% dei soggetti con sensibilità al glutine sviluppano un mimetismo molecolare con la caseina, una proteina contenuta nei latticini: trattasi di una cosiddetta “cross-reactivity”.

Il glutine è, inoltre, un significativo fattore di rischio per sviluppare una leaky gut syndrome (sindrome da aumentata permeabilità intestinale): maggiore è la permeabilità intestinale, maggiore è la possibilità che glutine e latticini parzialmente digeriti finiscano in circolo, stimolando enormemente il sistema immunitario, che attacca le summenzionate particelle e, poi, purtroppo, anche la tiroide.

2 – Solanacee (melanzane, pomodori, peperoni, patate). Contengono molte lectine che possono danneggiare la mucosa intestinale e compromettere la funzione intestinale. In una fase iniziale di approccio all’ipotiroieidismo autoimmune sarebbe auspicabile evitarle.

3- Latte e latticini. Come il glutine sono fortemente infiammatori e stimolano abnormemente il sistema immunitario perché fungono da trigger per il mimetismo molecolare (vedi sopra). Sarebbe decisamente meglio evitare tutti i latticini provenienti da latte di vacche da allevamenti di massa, in quanto si assumono antibiotici (devastanti per il nostro intestino), ormone della crescita bovino (nocivo per il sistema endocrino e tiroideo in particolare) e parecchi batteri negativi dovuto al modo di allevamento di questi animali.

4 – Crucifere: broccoli, cavoli, rape, cavolini di Bruxelles e senape. Queste verdure contengono glucosinolati che bloccano l’assunzione dello iodio da parte della tiroide. Per fortuna la loro quanità strumigena si esplica solo da crudi; se li cucinate o li fermentate (crauti) disattivate i goitrogeni.

5 – La soia. Purtroppo la soia è uno dei peggiori alimenti per la tiroide: evitate quindi latte di soia, yogurt o gelato di soia, fagioli di soia, tofu e le altre forme di soia. Le uniche forme di soia che fanno bene sono quelle fermentate come il miso, il natto, il tempeh e il tamari. Gli isoflavoni di soia genisteina, daidzeina e gliciteina riducono la funzionalità della tiroide attraverso l’inibizione della’attività dell’enzima TPO. La soia correla con l’aumento dei processi autoimmuni nella tiroide. Bambini che sono stati nutriti con latte o pappe a base di latte di soia hanno una probabilità triplicata di sviluppare anticorpi contro la tiroide rispetto a bambini allattati al seno.

6– Cibi spazzatura (tutti quei prodotti confezionati che purtroppo finiscono nei carrelli della spesa di moltissimi) danneggiano la tiroide perché depauperano l’aminoacido tirosina che è essenziale per la sintesi degli ormoni tiroidei e per il trofismo della ghiandola. Inoltre sono pieni zeppi di additivi, coloranti, e conservanti: come potrebbero, infatti, conservarsi per anni negli scaffali senza andare a male? La maggior parte dei cibi confezionati contengono glutine, zucchero, soia e molti altri cibi pro-infiammatori, oltre a quantità smodate di sale. Evitate prego tutti quei cosiddetti cibi “glutenfree”, che ormai hanno invaso il mercato, in quanto pieni di ingredienti che danneggiano il nostro organismo, stimolano il sistema immunitario e compromettono la funzione tiroidea. Fatevi un favore: evitateli!

7- Sostanze strumigene o goitrogene: sono sostanze che sopprimono la funzione tiroidea interferendo con la produzione ormonale. Ne consegue un ingrossamento compensatorio della tiroide: parliamo allora di struma o gozzo.

Numerosi alimenti contengono differenti sostanze strumigene:

  • broccoli
  • cavoli rossi, verdi e bianchi
  • broccoli
  • cavolfiore
  • olio di colza
  • rafano
  • cavolo rapa
  • germogli di bambù
  • miglio
  • pesche
  • arachidi
  • pere
  • pinoli
  • ravanello
  • soia
  • patate dolci
  • fragole
  • spinaci